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Kustom The Contender – Recensione

Piccolo ma con grinta!!

Ero stanco di suonare con gli ampli che trovavo in sala prove, quasi sempre spompi e scoreggioni, sentire la mia chitarra suonare come una motosega mi toglieva il 90% del piacere delle prove. Ho quindi iniziato a cercare un amplificatore leggero, con una potenza sufficiente a suonare con la band alle prove e in piccoli locali e magari dotato di uscita per cassa aggiuntiva in modo da poter usare la mia 2×12 in caso di necessità. Transistor o Valvolare non era importante, quello che volevo era un ampli con buon margine di pulito in modo da usare nell’input la pedalanza. Dopo varie prove e confronti ho preso il Kustom The Contender e dopo averlo rodato per benino adesso ve lo voglio raccontare.

Riassumiamo quindi cosa stavo cercando: leggero, sotto i 10 Kg, in modo da potermelo portare alle prove senza sfondarmi la schiena, buon suono pulito anche a volume alto, potenza da 15 a 30 watt, utilizzabile anche in casa ma in grado di farsi sentire con la band. Ho provato diversi ampli con queste caratteristiche tipo l’Orange Crush sia 15 che 30 con reverbero e un pulito molto bello e caldo, soprattutto il 30R è stato papabile fino all’ultimo. Da approfondimenti in rete avevo trovato molto interessante il Vox Pathfinder 15, che oltre allo speaker out è dotato di line out con emulazione di cassa, ma qui dalle mie parti non risulta importato.
Mentre girovagavo per i vari negozi della Jing Ling Road (la strada dei negozi di strumenti a Shanghai) mi sono imbattuto nei sempre più diffusi Kustom, che grazie all’importatore Warwick stanno avendo una grossa diffusione. Quelli che si trovano ovunque sono quelli della serie Dart, economici a transistor, non attirano molto e quindi non li avevo mai considerati ma in uno dei tanti  negozi ne ho trovato uno che mi ha attirato parecchio, il The Contender.
Un’etichetta in bella mostra proclama “cabinet in Pino, baffle in multistrato, alla vecchia maniera” ma è stato l’aspetto sobrio ed elegante con copertura in similpelle che mi ha attirato. Entro e chiedo di provarlo, ma in negozio hanno un impianto elettrico un po’ scrauso e il ronzio mi fa scappare dopo pochi minuti. Vado quindi sul sito della Kustom per approfondire un po’ e trovo la serie HV (High Voltage) ibridi ma con valvola pilotata ad alto voltaggio, interessante. Dopo pochi giorni vado in un negozio che mi ha segnalato direttamente la Warwick come rivenditore ufficiale e cosi’ provo con calma e senza ronzii l’HV20T da 20 Watt. Due canali, buon pulito, effetti digitali, uscita speaker out e cono da 10″ celestion, non sembra male, pero’ siamo al limite del peso e sinceramente ha un canale e gli effetti digitali di troppo, vorrei proprio stare sul minimalista. Il 30 watt con cono da 12″ è fuori peso massimo, anche se ha l’uscita bilanciata di linea con emulazione di cassa che mi fa gola per registrare… pero’ non lo provo nemmeno. Sto per andarmene ma decido di riprovare il The Contender. Effettivamente il ronzio era dovuto all’impianto elettrico del precedente negozio, alzo il volume e per qualche minuto assordo i commessi, ottimo, pago l’equivalente di 130 Euro e me ne vado.
Ed eccoci finalmente all’ampli in oggetto, se avete continuato a leggere il lungo preambolo finalmente andiamo alla sostanza. Il cabinet è in pino massello e il baffle in multistrato, come da etichetta, il rivestimento è in similpelle nera molto bella al tatto con una maniglia in pelle (simil, boh?) morbida e comoda. Il cono è Eminence da 8″, e sarà il cabinet o sarà che cosa non so ma non suona per nulla inscatolato come di solito gli ampli di questa taglia, certo ad alto volume le frequenze basse lo mettono un po’ in crisi ma diciamo che è tutto più che ragionevole.

Il pannello frontale presenta un controllo di gain, uno switch bright, bassi e alti, master volume e switch di bypass del master volume. Con il gain basso (ore 9-11)  si puo’ sfruttare tutto il pulito fino a fine corsa del master volume, che passate le ore 12 inizia a diventare parecchio alto, secondo me è utilizzabile in casa fino ad ore 10, poi dipende dai familiari e dai vicini… tenendo basso il master e alzando il gain si ottiene un bell’overdrive anche a bassi volumi, e i controlli di tono permettono di tirar fuori la timbrica preferita, mentre il bright, fa quello che deve fare. Lo switch master bypass permette di escludere il master volume e pilotare il piccolo custom solo con la manopola del gain, il suono cambia timbro, si arricchisce di armoniche come se venisse sciolto un guinzaglio che lo frena, è diverso che tenere il potenziometro del master a palla, cambia proprio carattere, e comunque fino ad ore 12 di corsa del gain siamo in territorio pulito, aumenta poco alla volta la saturazione ma bisogna passare ore 12 per entrare in zona crunch e fino a fine corsa l’overdrive è sempre progressivo, dolce, morbido, mai sconfina in distorsione. Dopo varie prove ho scoperto che mi piace il pulito che si ottiene con il master bypassato e stando con il gain al confine tra saturazione e crunch, anche modulazioni, delay e reverberi messi nell’input suonano bene e assumono un carattere molto caldo, basta poi pestare il pedale overdrive per imballare l’ampli e tirarci fuori il crunchettone croccante che con una pestatina al booster diventa un overdrive da lead con i contro fiocchi. Se invece si vuole un pulito pulito, allora basta usare il master volume e ce n’è a volontà. Se il suono non è troppo penalizzato dalle dimensioni del cono e del cabinet basta collegarlo ad una cassa esterna per rimanere a bocca aperta. A casa l’ho provato con la mia 2×12 con i Vintage 30, il fronte sonoro si apre e le basse frequenze iniziano a prendere fiato, il volume percepito aumenta notevolmente, ma diciamo che la prova del nove doveva ancora venire, reggerà il piccolo Contender in sala prove contro Marco il batterista più pestoso che esiste e gli altri strumenti?? Eccoci alle prime prove del gruppo dopo la pausa estiva, finalmente siamo riusciti ad accaparrarci la saletta bella, quella con le testate e le 4×12 invece dei soliti peavey bandit sfondati. Arrivo per primo. Liwei, il gestore, mi guarda è dice “maccome stasera avete la sala figa e tu porti sta scatoletta da due soldi” poi mi guarda perplesso mentre attacco al piccoletto la 4×12 “oh! oh! aspetta ma sei sicuro che si puo’?” “se è 8 ohm non c’è problema” “è 8 ohm ma sto robo ce la fa a farla suonare??” attacco, accendo e plettrata sulle corde, sgrana gli occhi e dice “minchia (ovviamente il relativo cinese di minchia come esclamazione) che botta!!!” esco a fumare la sigaretta preprove intanto gli altri sono in ritardo, anche se siamo in Cina, si tratta sempre di una band di italiani… Arrivano e si inizia.
Per la prima ora ho suonato attaccato alla 4×12, nessun problema a suonare con il gruppo, e anche gli assoli uscivano bene dal mix, l’altro chitarrista usava una Peavey 5150 attaccata ad una Carlsbro 4×12, ovviamente non era a chiodo se no tirava tutti sordi ma stando tutti a volumi sostenuti il piccolo contender aveva comunque margine per salire in volume. Dopo la prima ora ho staccato la 4×12 e ho continuato a suonare con il suo cono, la differenza sta nel fronte sonoro che si riduce drasticamente e nella spinta che viene a mancare ma a livello di volume generale si riesce tranquillamente a suonare con tutta la band e venir fuori quando serve. The Contender contro batteria e band al completo: test superato alla grande e promosso a pieni voti. Dopo questa prima prova ne sono seguite altre e ogni volta ha confermato di reggere benissimo nel contesto della band.
Insomma concludendo sul prodotto nello specifico (tanto non è che più la tiro lunga e la Kustom mi fa diventare endorser): se vi capita di trovarne uno, provatelo! è un ampli essenziale senza essere spartano, prende bene i pedalini e ha una buona riserva di pulito, regge con il gruppo, è comodissimo da portare in giro e basta attaccarlo ad una cassa esterna per trasformalo in un mostro, il tutto con uno street price intorno ai 130-160 Euro, grazie al fatto che c’è scritto sopra made in china e che la kustom per scelte di marketing ha deciso di posizionalo nella fascia economica.
Una conclusione più generale per chi comunque del Contender non gliene frega molto. Alla fine si pensa che se se non si hanno almeno 50 watt e valvole su valvole non si riesce a farsi sentire, ma alla fine per suonare in contesti normali 15-30 watt sono più che sufficienti. La qualità media dei piccoli ampli sta aumentando notevolmente e si trovano sempre più prodotti di fascia economica che sono usabilissimi in contesti amatoriali o semipro, impensabili solo una decina d’anni fa e alla fine non per portare acqua al mio mulino ma viva il made in China!!!!!

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