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Epiphone Les Paul Bonamassa – Recensione

Era da Maggio che la voglia di Les Paul mi solleticava, ma come avevo detto non potendo permettermi una Les Paul “di quelle serie” stavo cercando di capire cosa si potesse comprare con il mio solito budget. Avevo vagliato diverse ipotesi, le Cort CR, ottime ma difficili da trovare e le PRS SE single cut, che comunque si discostano dal concetto classico di Les Paul. Nel frattempo stavo di tanto in tanto scandagliando i negozi di Shanghai per vedere le novita’ di casa Epiphone se venivano commercializzate dopo essere state presentate ai vari NAMM e Musikmesse. Quando l’anno scorso vidi sul sito Epiphone la nuova Bonamassa signature chiamai il Gibson Store di Shanghai per chiedere se e quando fosse stata disponibile, mi dissero che era un modello solo per l’export e non sarebbe mai arrivata sul mercato cinese… la sapevano talmente lunga che hanno chiuso i battenti!!! L’ho trovata agli inizi di gennaio dal mio negozio di fiducia in Jingling Road e dopo pochi giorni di riflessione l’ho presa per sedare la voglia di Les Paul!

Quello che mi aveva colpito, leggendone le specifiche sul sito Epiphone, era proprio l’insieme di caratteristiche che la distinguevano dalla produzione  piu’ economica, ad un prezzo poco meno del doppio di una Standard era possibile portarsi a casa qualcosa che si avvicinava molto ad una Les Paul vera!!

Innanzitutto il body in mogano ha un vero e proprio Hard Maple Cap, il top, come le vere gold top e standard Gibson (cosa che le differenzia dalle Custom che hanno il body interamente in mogano), le altre Les Paul Epiphone hanno tutte il corpo in mogano e solo una impiallacciatura sottile(1-2mm) di acero figurato con funzione puramente estetica. L’unico altro modello del catalogo epiphone che ha un vero top in acero e’ la Tribute Plus che pero’ ha sopra questo top un’impiallacciatura sempre in acero con funzione estetica in quanto non viene usato acero figurato per la realizzazione del top. Probabilmente i body della Bonamassa e della Tribute Plus vengono fatti insieme con le stesse specifiche e poi i primi hanno la finitura gold mentre i secondi vengono impiallacciati per le finiture burst o semitrasparenti.

Altra caratteristica interessante e’ la giunzione manico-corpo di tipo “long tenon” cioe’ la base del manico che si incastra nel corpo per l’incollaggio e’ lunga e arriva fino ad occupare tutto lo scasso del pickup al manico. Che questo abbia un effetto reale sul suono e’ tutto da dimostrare, c’e’ chi dice che permetta una trasmissione migliore delle vibrazioni, ma vabbe, c’e’ di fatto pero’ che e’ stata una caratteristica voluta e richiesta da Joe in fase di definizione delle specifiche. Altra caratteristica peculiare e’ il manico molto spesso, la famosa mazza da baseball anni 50, che inizialmente crea un po’ di disorientamento a chi e’ abituato a manici sottili ma poi si rivela molto comodo.

Ma la cosa che differenzia nettamente questo modello rispetto agli altri in catalogo e’ il fatto che e’ equipaggiata con una coppia di Pickups Gibson Burstbucker, “2” al manico e “3” al ponte, pickups che se acquistati come aftermarkets valgono almeno la meta’ del prezzo della chitarra!!! Questi, nella produzione Gibson, sono considerati i piu’ vicini come specifiche ai PAF degli anni 50, in quanto nella loro produzione viene mantenuto un numero di spire non identico tra le due bobine come avveniva in modo non intenzionale quando in quegli anni venivano prodotti i primi humbuckers, il “3” tra l’altro e’ anche leggermente sovravvolto risultando anche bello carico!!

Devo essere onesto, la finitura Gold Top non mi e’ mai piaciuta troppo, ma questa e’ veramente fatta bene, poco luccicante e uniforme, quasi la metalizzatura non si vede. Tra l’altro la finitura che a me piace di piu’ su una Les Paul, cherry burnst, sulle chitarre economiche in genere non e’ cosi’ accattivante come sui modelli con veri top fiammati.

Nell’insieme, gold top con retro e manico neri, Piano Black, con mascherine e battipenna neri, mi ha esteticamente convinto.

Come avevo avuto modo di scrivere a proposito di Joe, questo musicista oltre ad essere un grande artista e’ un maniaco delle chitarre, per sua ammissione e’ un geek che cura ogni dettaglio dei suoi strumenti. Questa Les Paul trae beneficio proprio da questo perche’ Joe ha cercato di mettere tutte le caratteristiche che possibilmente avrebbero creato un ottimo strumento in un package vendibile a prezzo contenuto. E’ quindi una signature un po’ sui generis, in quanto appetibile anche a chiunque stia cercando una buona Les Paul economica e che magari (per sua sfortuna) non sa nemmeno chi sia Joe Bonamassa. Nel 2011 venne lanciata in tiratura limitata a 1,000 pezzi, forse insicuri del riscontro del mercato, ma a fine 2011 essendo stati esauriti tutti i pezzi della prima serie e’ entrata in produzione regolare e ora nel catalogo non e’ piu’ indicato il numero limitato di pezzi per la seconda serie.

“Citazione” interessante il set di manopole non uguali, come sulla Les Paul storica regalata/svenduta da Peter Green a Gary Moore, da amante di Gary questa piccolo vezzo estetico mi piace un sacco, e tra l’altro Joe in un’intervista lo spiega dicendo che torna molto utile quando si suona e si canta contemporaneamente per identificare le manopole che comandano i due pickups.

Attualmente nel catalogo Les Paul Epiphone ci sono due modelli secondo me degni di attenzione, come detto la Tribute Plus e questa Bonamassa, offrono ad un prezzo interessante uno strumento onesto con una dotazione di serie di tutto riguardo. La Tribute offre i Classic 57 come pickups, splittabili con potenziometri push pull, e manici piu’ sottili, lo slim taper “D” o in alternativa un manico a profilo asimmetrico, la Bonamassa invece propone i Burstbucker senza split e manico molto piu’ grosso. Il mio consiglio a chi sta cercando una Les Paul economica e’ di provare entrambe i modelli e scegliere il preferito, sono si chitarre di origine cinese ma ben progettate e costruite senza nulla invidiare alle produzioni di altri paesi asiatici di solito piu’ quotati come costruttori di chitarre, Korea, Indonesia e anche, oserei dire, Giappone.

 

vediamo alcuni video tratti da YOUTUBE che secondo me sono interessanti:

In questo video Joe stesso presenta i suoi modelli signature sia GIbson che Epiphone, sentite dalle sue stesse parole cosa dice a proposito.

e in questo sempre Joe ne parla al recente Winter NAMM 2012

 

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