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Tech 21 Blonde, Liverpool e Leeds, Emulazione di Carattere

Un pedale che suona come un amplificatore? cosi’ difficile da crederci che ci ho messo parecchio tempo a convincermi di provarli. Tech21 e’ famosa per essere stata la prima azienda a produrre una emulazione di ampli finalmente utilizzabile in ambito professionale nel 1989, interamente basata su tecnologia analogica e con circa un decennio di vantaggio rispetto ai primi simulatori digitali accettabili. Prima di entrare nel dettaglio occorre una premessa. In questo caso stiamo parlando di EMULAZIONE, mentre quando ci riferiamo a tecnologie digitali siamo di fronte a SIMULAZIONE. Gia’ questa differenza e’ sostanziale perche’ in ambito tecnologico l’emulazione e’ una imitazione, mentre la simulazione e’ una finzione come da etimologia latina. Quindi il circuito analogico di questi dispositivi tende ad imitare il funzionamento del circuito di un amplificatore, in un simulatore digitale un DSP (il processore) applica al suono campionato un algoritmo che e’ un modello matematico che permette di camuffare il suono originario ottenendone uno finto simile al risultato che si vuole ottenere. Detto questo entriamo nei dettagli.

image-3Avevo visto numerosi video su youtube per capire che suono avessero queste scatolette, e devo dire che dall’ ascolto si rimane abbastanza colpiti, in particolare il suono diretto registrato dritto nella scheda audio, e si intuisce che prendono pedali di gain nel loro input molto bene. Pero’ quello che lascia quantomeno perplessi e’ che se si confrontano questi video con quelli di simulatori digitali di ultima generazione a livello di suono ascoltato non c’e’ tutta questa differenza, perche’ uno dovrebbe spendere 150 euro per un emulatore di un unico amplificatore quando a poco piu’ si possono avere simulazioni di decine di amplificatori e casse e d’ effetti in un unico apparecchio???

La differenza si puo’ percepire solo suonando.

Ebbene si, non perdete tempo a visionare miriadi di video e ascoltare samples audio, per quanto belli non vi convincerete fino a quando ne avrete provato uno voi direttamente. Di questo mi ha convinto Mirko, anche lui italiano a Shanghai che da tempo aveva gia’ scelto i Tech21 character series come soluzione per il suo rig ampless, in particolare lodando il Liverpool ispirato ai Vox AC30.

Ok presto fatto, un paio di mesi fa scatta la molla, devo provarli, e cosi’ prendo il Liverpool e il Leeds.

Fino a quel giorno sono stato un grande estimatore delle Simulazioni degli ZOOM basati su DSP ZFX-IV, il G3, il G5 e derivati, lo sanno bene i lettori di questo blog, ma e’ bastata una mezzoretta a suonare con il Liverpool per scoprire un mondo nuovo.

image-1Risposta al tocco?? si ma non solo, queste scatolette rispondono non solo al tocco ma alle minime variazioni dei potenziometri della chitarra, esaltano le differenze tra i pickups e quindi alle posizioni del selettore con variazioni percettibili del contenuto armonico del suono prodotto.Di fatto anche le differenze tra le mie varie chitarre vengono finalmente esaltate invece che uniformate ed appiattite. A confronto anche la migliore simulazione della Zoom diventa estremamente piatta. Il problema e’ che come quando poi si guida una macchina sportiva tornare a guidare un’utilitaria lascia alquanto delusi, a me e’ successa la stessa cosa, purtroppo non riesco piu’ a suonare con una simulazione digitale.

Direte, beh ma allora non hai mai suonato con un vero ampli valvolare di quelli seri sparato a volume sostenuto, se lo avessi fatto anche prima di provare questi Tech 21 non saresti comunque riuscito a trovare le simulazioni digitali cosi’ interessanti? Beh effettivamente e’ vero, non ho mai posseduto con un bell’ amplificatore da suonare regolarmente al giusto volume, mi e’ capitato di suonare con un bell’amplificatore qualche volta ed effettivamente in quelle occasioni non ho potuto che emozionarmi veramente e percepire che la risposta di un ampli vero e’ ben altra cosa rispetto ad una simulazione digitale.
Per motivi pratici poi ho sempre preferito usare qualcosa che mi permettesse di suonare in casa in cuffia, facendo home recording senza disturbare e, dopo comunque vari tentativi frustranti e insoddisfacenti, per qualche anno ho ritenuto i prodotti ZOOM adeguati pur se comunque con i compromessi necessari.

cover2

Questi prodotti Tech 21 invece presentano tutti i vantaggi pratici di una soluzione ampless che da anni vado cercando, con molti dei vantaggi di un amplificatore reale.

Quindi stai dicendo che una scatola di qualche centinaio di grammi, alimentata a batterie, che si puo’ quasi tenere in tasca e’ come un amplificatore molto piu’ costoso, ingombrante e pesante? NO, non e’ come un amplificatore, suonare con un ampli vero e’ tutta un’altra cosa, ma i Tech 21 Character possono sostituire un amplificatore in quei contesti in cui si suonerebbe con un amplificatore microfonato per registrarne il suono o per amplificarlo con un PA, e a livello di Feeling non si perderebbe nulla.

image-4Posso pero’ sbilanciarmi con un’affermazione che suona abbastanza assolutistica, l’emulazione di questi pedali e’ totalmente superiore a qualsiasi Simulazione digitale che ho provato fin’ora (escludo Axe-FX e Kemper che al momento non ho ancora mia provato).

Dopo aver preso il Liverpool e il Leeds nel giro di un paio di settimane ho preso anche il Blonde e aspetto che il British sia in stock presso il mio negozio di fiducia per prendere anche questo.

Caratteristica comune a tutti questi pedali e’ la manopola CHARACTER che con la sua corsa permette di connotare fortemente la timbrica, e il suono cambia drasticamente passando da puliti cristallini a suoni saturi fino a sfociare in territori high gain. Ovviamente il carattere impostabile con questa manopola risente dell’interazione con le manopole di gain e livello e, interagendo tra loro, queste tre permettono di ottenere una palette sonora veramente vasta e completa.

Inoltre i controlli di EQ sono attivi con boost e cut di piu’ o meno 12 db e ogni pedale ha questi controlli centrati su frequenze diverse specificatamente scelte per enfatizzare le caratteristiche peculiari della specifica emulazione. I controlli di tono sono molto piu’ simili all’equalizzatore di un consolle di mixaggio che al tone stack del l’ampli emulato e permettono di scolpire ulteriormente il suono in modo efficace.

image-5Il Liverpool e’ forse dei tre pedali il piu’ versatile, passa da sonorita’ molto jangly e brillanti con character fino ad ore 10 a sonorita’ molto mid boost alla Brian May passando ore 12, ma tra ore 10 e ore 12 del controllo si hanno tutta una serie di sonorita’ veramente belle, brillanti ma con corpo e per nulla sottili.

Il Leeds copre territori sonori che vanno da puliti gilmouriani e overdrive alla The Who con saturazioni intermedie molto belle e godibili in parecchi contesti. Di fatto pero’ ha una caratterizzazione Hiwatt molto spinta e la timbrica del leggendario amplificatore e’ sempre distintamente percepibile.

Il Blonde permette di ricreare le timbriche della famiglia di amplificatori Tweed di casa Fender, forse e’ il pedale con piu’ ampia escursione timbrica passando da puliti fin quasi sciatti a overdrive ruggenti e ribelli.

imageQuesti tre pedali secondo me sono quelli che si prestano meglio ad essere usati in combinazione con overdrive e distorsori esterni come se fossero ampli monocanale da settare con un suono pulito di proprio gusto e poi spingere a livelli di gain piu’ alti con pedali.

Una cosa che ho trovato estremamente interessante e’ che cercare il proprio settaggio agendo sulle manopole e’ molto simile a lavorare su un amplificatore vero e si possono apprezzare le variazioni date da anche solo piccoli cambiamenti dei valori. A mio giudizio trovare diversi settaggi con sonorita’ soddisfacenti e’ molto piu’ facile che regolare i settaggi di una simulazione digitale. Esistono a varie combinazioni delle tre manopole gain, level e character diversi sweet spot, però voglio sottolineare che è anche facile tirare fuori suoni brutti e poco soddisfacenti, in particolare all’inizio quando non si ha ancora preso confidenza con questi potenziometri. Sconsiglio quindi la prova veloce da negozio, si potrebbe rischiare di non trovare in questa circostanza il giusto approccio a questo dispositivo.

I Tech 21 Character hanno ciascuno un’impostazione predefinita di emulazione di speaker, Jensen per il Blonde, Alnico Bulldog per il Liverpool e Fane per il Leeds, non si perde quindi tempo a cercare una simulazione di cassa adeguata tra miriadi di alternative, certo magari si perde in flessibilita’ ma sicuramente ricalca meglio la situazione che si avrebbe con un ampli reale.

Io per ora li ho usati in diversi modi, nel send e return del Boss GT-100 e nell’input del G3 usando questi solo per modulazioni, ritardi e ambiente. Li ho provati sia da soli che con un vecchio caro TS-9 o SD-1 nel loro input e in tutte queste circostanze ho sempre riscontrato una maggior soddisfazione nel suonare rispetto all’uso di simulazioni digitali. Anche con il Yamaha THR10 impostato sulla modalita’ FLAT e usando solo gli effetti interni di modulazione e ritardo si ottengono risultati migliori che con le sue simulazioni interne e di fatto il THR diventa una buona soluzione per amplificarli in contesti dove non e’ richiesto molto volume.

Di ogni modello esistono due versioni V1 e V2, la V1 ha la simulazione di cassa sempre attiva mentre nella V2 e’ presente un piccolo bottoncino che permette di disattivarla, questo per usare il pedale in modo tradizionale nell’inut di un amplificatore, pero’ trovo questo utilizzo marginale rispetto a quello che possono fare questi pedali per sostituire, nel contesto adatto, un amplificatore.

E se poi vi serve veramente un amplificatore che faccia vibrare aria, Tech 21 ha ideato il complemento ideale per questi pedali, il Power Engine che e’ un combo a cui manca la sezione pre e con un finale di potenza molto lineare in modo da usare i pedali Character (ma di fatto qualsiasi preamplificatore/emulatore/simulatore) per creare il suono. Qualche mese fa ho comprato un Power Engine 60 (60 Watt con cono da 12 pollici) inizialmente per usarlo con lo Zoom G3/G5 ma che ora e’ il rig perfetto con i Tech 21 Character Series. Pero’ di questo vi raccontero’ in dettaglio in una recensione separata.

Se posso trovare una nota un po’ stonata in questi pedali é la grafica, veramente brutta sia come idea che come realizzazione, avrebbero potuto fare meglio. Inoltre la qualità percepita é un po’ bassa rispetto a quella reale, la leggerezza tende a creare un percezione di poca solidità e lo switch non é del tipo robusto 3dpt usato in genere nei pedali ma é collegato ad un alberino che va ad azionare un micro switch saldato direttamente sul pcb, probabilmente mi sbaglio ma non da l’idea di essere molto solido.

6 Comments

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  • Bellissima, bellissima e ancora bellissima recensione!!!
    Gustosa da leggere e completa (beh, la presenza di un video o audio sarebbe proprio il massimo).
    E ancora una volta mi hai fatto venire voglia di questi aggeggi.

    Colpito da una tua sommaria descrizione di qualche tempo fa, ho provato il Blonde (alla ricerca di un suono clean più reale rispetto a quello che ottengo sul boss gt-100).
    Ho chiesto ed ottenuto di provare il Blonde direttamente su un PA visto che quello sarebbe l’uso che ne farei.
    Purtroppo il suono clean del Blonde è lontano anni luce da quello che cerco.
    E fino a qui non ci sarebbe nulla da eccepire. I gusti sono soggettivi e non sindacabili. Senonchè ho provato anche a mettere OFF il pedale scoprendo che il suono clean dello stesso altro non è che una leggerissima equalizzazione del suono naturale della chitarra. Sostanzialmente la telecaster collegata al Blonde (con un suono clean) a sua volta collegato ad un PA, ha un suono clean equivalente allo stesso suono ottenuto collegando la chitarra direttamente al PA. Pazzesco. In pratica sembrerebbe che il Blonde non abbia un proprio clean.

    Va detto che ho provato per circa 15 minuti in un negozio rumoroso.
    Adesso, dopo aver letto questa recensione mi sto convincendo che forse il Blonde non è il pedale che cerco e vale la pena di provare anche gli altri (sempre e rigorosamente clean).

    Ciao
    Fulvio

  • Io ho avuto per un po’ di tempo il Sansamp, che collegato ad un ampli valvolare era una meraviglia.

    Mi ispiravano questi emulatori, e ne avrei comprato almeno uno se avessero avuto l’uscita per le cuffie.

    Non avevo ancora l’amplificatore per cuffie, quindi magari quello risolverebbe il problema.

    L’ho venduto dopo aver comprato il Blackstar HT1R. Questo amplificatore valvolare ha l’uscita per cuffie, con simulazione di cassa, migliore che abbia mai sentito. Vi consiglio caldamente di provarlo.

    Peccato però che non ci sia una versione che sfrutti quell’emulazione per uscire su casse più piccole: quelle del combo hanno un bel volume, anche ad 1 watt solo di potenza.

    Per questo sono ricaduto nel THR, che a mio parere dall’uscita in cassa a bassi livelli è il migliore.
    Però questo ha una uscita cuffie con un volume troppo basso, e serve l’ampli per cuffie per ottenere lo stesso risultato del Blackstar.

    Ci vorrebbe un mix tra il blackstar ed il THR, prendendo il pre e l’emulazione casse del primo, le casse e la qualità audio del secondo.

  • Ciao Fulvio e Alessandro.

    Sono d’accordo con Fulvio sul fatto che quando si parla di suono clean siamo in un oceano sconfinato di sfumature diverse, e forse in un argomento ancora piu’ complesso che quando si parla di crunch o distorto.

    A me il clean che piace e’ quello un po’ boostato, cicciotto, che appunto gia’ spiegarlo e’ difficile di per se. Con il blonde riesco ad ottenerlo mettendo il livello alto tra ore 12 e ore 2, il gain basso ma non troppo tra ore 10 e ore 12 e il character intorno ad ore 11. I toni, che sono attivi, tengo i medi al centro e bassi a 12:30 e alti ad ore 1.

    Il gt-100 ha una simulazione di ampli che si chiama natural clean che si avvicina molto al timbro che mi piace ottenere con il blonde, pero’ la differenza la percepisco suonando nella risposta diversa che ha la simulazione digitale rispetto al blonde.

    Pero’ e’ un clean che a qualcuno potra’ gia’ suonare troppo spinto.
    Il liverpool e i leeds sono altri tipi di clean.

    Effettivamente il Blackstar ht-1 e’ una buona soluzione, io ho il Ht-5 che trovo molto completo con send e return, due canali, un bel reverbero e l’uscita emulata che e’ molto buona. Ho provato a metterlo nel send e return del gt-100 in modo da avere il suono con simulazione di cassa, usandolo quindi non con il metodo dei 4 cavi tradizionale. ho fatto cosi chitarra->input gt-100 ->send gt-100 ->input blackstar ht-5->uscita emulata ht-5 ->return gt-100 e in questo modo ho il suono fatto e finito dell’ampli con la possibilita’ di controllare dal gt-100 il cambio canale dell’ampli e metterci effetti di overdrive prima e modulazioni e ritardi dopo, e ascoltare il tutto in cuffia o mandare ad un PA o altro amplificatore lineare tipo il power engine. L’unico problema e’ che il clean del blackstar ht-5 e’ un po’ piatto e il canale overdrive ha molto gain, fin troppo per me. Pero’ il blackstar ht-1 e ht-5 sono prodotti molto validi (anche il pedale ht-dual che ha lo stesso pre amp e l’uscita emulata)

    Ciao

    Matteo

  • Ciao a tutti.
    In attesa di continuare le prove dei Tech21, ho spippolato sul GT-100.
    Il fatto è che i clean (tutti, più o meno) del GT-100 sono rotondi e ovattati. Manca la “botta”. Cerco di spiegarmi meglio. Suonando la mia telecaster in acustico, sento la dinamica del tocco della mano destra. Suono senza plettro e, per enfatizzare, talvolta strappo le corde (le prendo da sotto e tiro verso l’alto), così da aggiungere al suono della nota anche un effetto percussivo. Ebbene, questo effetto, chiaramente percepibile da spenta, sul GT-100 si perde. Tutto è ovatatto, una sorta di limbo, carino si, ma che è di impedimento verso “suoni strani”. Parlo sempre del clean ovviamente.
    Allora, da due sere, mi sono messo a spippolare scoprendo che utilizzando entrambi i canali A e B del GT-100 (il GT-100 permette di configurare nella catena due preamp, per ricreare quelle sonorità ottenibili con due amplificatori in parallelo) riesco a regolare “la botta”. Non solo, il suono diventa anche più “grosso” e ovviamente si apre ad infinite sfumature (grandi e piccole) che ci vorrebbe una vita per sperimentarne la metà.
    Adesso il mio clean base ha acquistato in nitidezza, in grossezza ed ha “la botta”.
    Inoltre mi si è aperta una strada di sperimentazioni senza limite.

    Il tutto grazie ai tuoi articoli, Matteo. Perchè non sono il tipo che spippola volentieri ed evidentemente mi serviva una spintarella.

    Fulvio

    • Ciao Fulvio,

      grazie di cuore per le tue parole, questo blog e’ portato avanti con passione e la passione e’ ricaricata proprio dal feedback come il tuo, sapere che le mie pippe su chitarre e tutto quello che ci gira in torno sono da stimolo per altri per approfondire e poi scambiare opinioni mi fanno pensare che sia comunque una cosa utile!!! Grazie!!!

      Una delle caratteristiche veramente interessanti del GT-100 e’ il fatto di mettere due simulazioni in parallelo, e il suono risultante e’ una vera miscela delle caratteristiche di entrambe. E’ una cosa che apre a infinite sperimentazioni, e le timbriche risultanti sono molto piu’ piene e realistiche che usando un solo preamp. Appena ho capito come si fa tiro giu’ dal gt-100 un paio di patches che ho fatto e te le mando cosi’ mi dici come ti sembrano.

      Ciao e buona settimana
      Matteo