Iron Maiden Musica

Iron Maiden Discography – Part 3

di Alesandro Alviti

iron_maiden_logoGli Iron Maiden sono nel loro periodo d’oro. I successi mondiali precedenti lanciano la band nell’olimpo e, in pieni anni ottanta, vengono considerati come la miglior heavy metal band in circolazione. La nuova line-up, destinata a perdurare negli anni a seguire e a tirar fuori brani che diverranno il pane di tutti i neofiti del metallo fino agli anni 90, segue la linea dura e più complessa nata con il precursore Piece of Mind, con testi più altisonanti e strutture sempre più complesse e vicine al prog. Suite epiche e lunghe a corollario di singoli che continuano a scalare le classifiche.

1984 – Powerslave

powerslaveIn questo contesto Powerslave, più che vivere di luce riflessa dai precedenti successi, non fa che darle benzina.
I due brani apripista, Aces High e 2 Minutes to Midnight divengono ben presto degli inni veri e propri per la band britannica, al pari di NOTB, The Trooper e Run to the Hills, eseguite per anni in ogni scaletta, in ogni paese.
Il tema principale di quest’album è la guerra. Non è un caso infatti che venga introdotto dalla dichiarazione di guerra di Churchill contro la Germania.
Proprio l’opener Aces High parla delle eroiche gesta dei piloti della RAF contro gli attacchi aerei tedeschi che tentavano di smantellare le difese Inglesi durante la seconda guerra mondiale.

La successiva 2 minutes invece si proietta in un futuro post-atomico imminente.
Si respira aria di leggenda invece in un’altro brano storico: la title track Powerslave che narra la storia di un Faraone che aspira alla vita eterna.
Geniale in questo brano l’utilizzo di scale armoniche che riportano a sonorità orientaleggianti, un modo di suonare che influenzerà molto il modo di fare metal delle band future. Le scale armoniche minori vengono infatti spesso utilizzate nei riff distorti per dare quella dissonanza tanto cara al genere.

A chiudere la suite Rime of the Ancient Mariner, il brano più lungo mai scritto dai Maiden (13’45”), ispirato all’omonima novella di Coleridge, è considerato dai cultori uno dei brani più belli scritti dall’istrionico Harris.
Stupefacente la trasposizione della navigazione al centro del brano, con le sartie che scricchiolano e il racconto di paura del vecchio marinaio, da far acccapponare la pelle.

Qui vorrei mettere in risalto i tempi in cui quest’album si inserisce. Ormai negli anni della tecnologia che vola, ai tempi degli effetti di Matrixiana natura e dei super computer, questi effetti analogici possono apparire desueti e ridicoli ma nel 1984 ascoltare in cuffia, tra il fruscio della testina questo capolavoro….beh…era tutto un altro effetto!
Come rivedere ai giorni nostri il film l’Esorcista. Ci vien quasi da ridere a pensare che quegli effetti così ridicoli come l’avvitamento della testa della posseduta abbia potuto far sentir male centinaia di persone al cinema in quegli anni.

Testimone io stesso che, da piccolo, vedevo da fuori il cinema preso d’assalto da un paio di ambulanze per soccorrere donne prese da malore. Per me altamente vietato entrare.
Una volta l’immaginazione e l’evocazione di tale forza mentale stava alla base del fare arte. Così come i Maiden nella musica e tanti altri artisti del passato, con semplici (ai nostri occhi) accorgimenti, riuscivano a stuzzicare le menti più semplici (ma più predisposte a sognare) del passato.

Riascoltate qui la parte centrale del brano, l’arpeggio estenuante di Harris e i suoni spettrali che fanno da sfondo al racconto del marinaio:

“One after one by the star dogged moon
Too quick for groan or sigh
Each turned his facce with a ghastly pang
And cursed me with his eye
Four times fifty living men
(And I heard nor sigh nor groan)
With heavy thump, a lifeless lump
They dropped down one by one”.

Trad.: “L’un dopo l’altro, al lume della luna che pareva inseguita dalle stelle
Senza aver tempo di mandare un gemito o un sospiro
Ogni marinaro torse la faccia in una orribile angoscia
E mi maledisse con gli occhi
Duecento uomini viventi
(E io non udii né un sospiro né un gemito)
Con un grave tonfo, come una inerte massa
Caddero giù l’un dopo l’altro”.

In conclusione, alcune parole sui brani meno famosi di questo album a cominciare da quello che poi sarà l’ultimo brano strumentale dei Maiden, Losfer Words. Buon brano, ma non all’altezza di Transylvania: uno dei punti deboli dell’album. Fu questo forse a convincere la band a puntare in futuro sulle lunghe suite ed accantonare gli strumentali.

Ricordo invece con un sorriso Flash of the Blade nella colonna sonora di Phenomena (grazie a wikipedia per avermelo fatto scoprire, non conoscevo infatti il titolo, ma ricordavo solo il brano). Back in the Village invece sembra fare un po’ da precursore ad album futuri degli anni 90, con idee discrete ma non così incisive.
Non mi è mai dispiaciuta invece The Duellists, per i suoi ottimi intrecci di chitarra, divenuti con quest’album ancor più un must e il per il ritornello ossessivo ma orecchiabile.

Powerslave Tracklist:

1.Aces High (Harris)
2.2 Minutes to Midnight (Smith/Dickinson)
3.Losfer Words (Big ‘Orra) (Harris)
4.Flash of the Blade (Dickinson)
5.The Duellists (Harris)
6.Back in the Village (Smith/Dickinson)
7.Powerslave (Dickinson)
8.Rime of the Ancient Mariner (Harris)

NB: La versione video di Rime of the Ancient Mariner essendo più lunga di 10 minuti, su Youtube è stata tagliata in due parti. Ho preferito quindi linkare la versione Live, che troverete nella successiva tracklist.

Line-up

* Steve Harris – Basso
* Dave Murray – Chitarra
* Bruce Dickinson – Voce
* Niko McBrain – Batteria
* Adrian Smith – Chitarra

1985 – Live After Death

Scream for me Long Beach!

Iron_Maiden-Live_After_DeatNon potevo, in tutta onestà, escludere da questa storia il live più importante della band!
L’urlo di Bruce e degli Iron Maiden fans scuote il mondo: ecco a voi il capolavoro della band britannica, quello che all’unanimità viene considerato come il miglior live metal di tutti i tempi!
E ci vuol poco a capirlo, basta vedere la tracklist zeppa di classici, sicuramente la più entusiasmante.

La maggior parte dei Maiden fans hanno conosciuto la band attraverso l’ascolto di questo must per la discoteca di ogni amante del rock e del genere.
Inutile entrare nel merito di ogni singola traccia (tra l’altro già recensite nelle precedenti puntate). Basti pensare che ogni brano brilla di luce propria, più potenti, veloci, devastanti. Dickinson dimostra di essere non a caso additato come il miglior cantante Metal di tutti i tempi, e qui da il meglio di sè.

Come tutta la band del resto. Inappuntabili tecnicamente, animali da palco, il live registrato nella celebre Long Beach Arena di Los Angeles è solo il punto finale di un tour monumentale, durato oltre un anno.

Più di 350 concerti in tutto il mondo, con il record di watt mai utilizzato in un concerto rock e un numero impressionante di spettatori nel Rock in Rio ’85, dove da headliner raccolgono una folla immensa (si parla di oltre 350.000 spettatori!).

ironmaiden_LADE’ il loro momento. Le coreografie e l’energia sprigionata dal vivo fanno di ogni data un evento, tanto che a tutt’oggi vengono considerata una delle più grandi live-band di sempre.

Canzoni come l’opener Aces High o la storica Halloweed be thy Name rivivono in maniera esaltante, tanto da adombrare le versioni originali che, dopo l’ascolto di questo live, appaiono smorte, sbiadite, a tratti lente e prive di mordente.
La potenza delle chitarre che fanno urlare le loro JCM tirate a palla, la precisione impressionante di McBrain alla batteria, l’istrionico Harris con le sue cavalcate, la teatralità di Bruce, che corre da una parte all’altra degli immensi palchi senza perdere il fiato.
Questo è Live After Death, la quint’essenza del Metal!

Alcune precisazioni importanti sulle versioni che si sono succedute negli anni:

La prima versione in vinile era un doppio LP, ma per una questione di lunghezza il brano conclusivo Running Free fu accorciato.
Con l’avvento del CD lo stesso brano fu riportato all’originale della durata di quasi 9 minuti, che comprende una lunga parte dove Dickinson interagisce con il pubblico
Nella riedizione remasterizzata del ’98 il cd diventa doppio e nel B-side vengono inseriti altre tracce escluse, ma di assoluto valore, come Phantom of the Opera! Insomma altri classici da aggiungere ad una scaletta di suo già perfetta.
E’ disponibile anche una versione DVD remasterizzata ottimamente (che devo ancora recuperare, ahimè ;), dove però non trovano posto le 5 tracce inserite in un secondo tempo. Per questo nei link dei video sottostanti queste tracce sono prive del video live, ma estratte dal cd, con la copertina a video…peccato.

Live After Death Tracklist:
(Remastered Version 1998)

CD 1
1. Intro: Churchill Speech
2. Aces High
3. 2 Minutes to Midnight
4. The Trooper
5. Revelations
6. Flight of Icarus
7. Rime of the Ancient Mariner Part I – Part II
8. Powerslave
9. The Number of the Beast
10. Hallowed be Thy Name
11. Iron Maiden
12. Run to the Hills
13. Running Free

CD 2
1. Wrathchild
2. 22 Acacia Avenue
3. Children of the Damned
4. Die With Your Boots On
5. Phantom of the Opera

 

1985-Band-lineupLine-up

* Steve Harris – Basso
* Dave Murray – Chitarra
* Bruce Dickinson – Voce
* Niko McBrain – Batteria
* Adrian Smith – Chitarra

Alessandro Alviti

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