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Boss Katana Mini – Recensione

Ampli da coffe table, da tenere vicino al divano e attaccarcisi al  volo quando si vuole fare un strimpellatina comodamente stravaccati, ma non solo, spesso possono essere una ottima soluzione per amplificare la chitarra elettrica in quei contesti in cui non serve un volume esagerato, magari perche’ si deve solo suonare insieme ad una chitarra acustica non amplificata, o semplicemente si vuole poter suonare lontano da una presa di corrente e quindi l’alimentazione a batterie permette di suonare al parco, in campeggio, o  intorno ad un fuoco in una notte d’estate

Presi il mio Roland Microcube nel 2006 e fu il mio primo acquisto dopo aver passato alcuni anni senza suonare ed e’ stato proprio questo piccolo amplificatore a farmi tornare la voglia di suonare, fu il primo di una nuova generazione di amplificatori portatili a batterie e di fatto rimane ancora un best sellers non ancora sorpassato.

Qualche anno dopo ho preso lo Yamaha THR10 che di fatto ha sostituito il Microcube nell’uso tipico di questo tipo di ampli, penso che questo prodotto sia stato un salto generazionale sia a livello hardware che software e rimando alla recensione che pubblicai al tempo su questo blog.

Ultimo acquisto della serie e’ stato il Katana Mini, preso anche sull’onda dell’entusiasmo suscitato dal fratello maggiore, il Katana 100/12. Se si possono riscontrare similitudini tra i THR di Yamaha e i Katana sia nella configurazione delle simulazioni che degli effetti, il Katana Mini e’ un prodotto che concettualmente si discosta molto da tutto questo.

Innanzitutto e’ un amplificatore totalmente analogico nella sezione preamp e di fatto non ha modelli, ma tre livelli di gain, Clean, Crunch e Brown. Non ha preset, non ha connessione USB e non ha nemmeno effetti se non un semplice delay con controllo di Time e Level. Punto

Quindi e’ chiaro da quanto detto che siamo di fronte ad un piccolo ampli portatile molto spartano che lo rende piu’ un parente del mitico Pignose  che del Microcube. E’ nella sua essenzialita’ che risiede la sua forza. Innanzitutto il prezzo, contenutissimo, inferiore ai 100 Euro, in linea con quello di un pedalino di medio livello, lo rende un acquisto quasi spensierato o un regalo non troppo impegnativo. E poi la semplicita’ d’uso che lo rende appetibile anche a chi non ama smanettare con computer, collegamenti USB e software di editining.

I tre livelli di gain permettono di coprire tutti i generi, e ogni livello ha la giusta escursione del controllo di Gain e la giusta risposta al volume della chitarra o all’intensita’ del tocco. Peculiare la scelta di inserire un delay invece che un riverbero, e’ vero che portando il time a zero e il level a piacere si ottiene una sorta di riverbero, pero’ lo trovo un  riverbero Room un po’ rimbombante e cupo, sicuramente avrei preferito avere anche un riverbero tipo Hall separato con controllo di livello.

Nonostante la minimalita’ ha comunque un’uscita Rec/Cuffie con emulazione di cassa e un AUX in per inserire un lettore audio e suonare sopra delle basi. la costruzione e’ tipica Boss, solida e di qualita’, seppur plastica sembra veramente indistruttibile.

Da sottolineare che prende bene anche alti livelli di segnale in input, ho provato ad usare il mio vecchio SD-1 e ho ottenuto ottimi risultati.

Al momento per me il THR rimane ancora il top in questa categoria di amplificatori, anche se devo ammettere di non aver ancora provato i prodotti di Balckstar e Vox,  comunque il Katana Mini nella sua originalita’ si ritaglia uno spazio tutto suo e il vecchio Zio Pignose osserva compiaciuto il nipotino promettente.

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