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Zoom G2.1U e Zoom G2 – Recensione

Alla ricerca di una interfaccia audio per registrare la chitarra usando il mio Mac mi sono imbattuto nello Zoom G2.1U che con un prezzo medio intorno ai 100 euro racchiude un multieffetto completo e una interfaccia USB. Ho deciso di scrivere questa “recensione” fondamentalmente perche’ dopo mesi di utilizzo ritengo che questo oggettino sia veramente sorprendente e purtroppo non gli viene reso giusto merito in rete, soprattutto in lingua italiana.

ATTENZIONE: Se sei arrivato qua da un motore di ricerca ma cerchi informazioni sul NUOVO ZOOM G3 ho pubblicato una NUOVA RECENSIONE DELLO ZOOM G3

Nota: questa e’ stata la prima recensione che ho scritto 3 anni fa, oramai non uso piu’ lo zoom G2 da parecchio tempo ma avendo il merito di essere stato il primo “attrezzo” che ho usato per registrare ho deciso di tenere questa recensione a futura memoria!!

Zoom e’ stata, sin dalla fine degli anni 80, all’avanguardia nel settore dei multieffetti compatti iniziando con il primo 9002 e proseguendo con vari modelli fino alla generazione attuale basata sul chip ZFX-3. mi era capitato in passato di ascoltare i vecchi multieffetti basati sui chip delle generazioni precedenti (ZFX-1 e ZFX-2) e ho anche posseduto per alcuni anni un Korg AX1G, a fronte di un formato comodo e compatto questi prodotti pagavano lo scotto di un suono molto artificiale, questo principalmente dovuto alle basse performance dei DSP usati. Lo ZFX-3 introduce in fascia consumer un campionamento 24bit-96KHz e la piena potenza dei 32 bit per l’elaborazione del segnale. Queste caratteristiche fanno si che il suono generato da queste scatolette sia notevolmente migliore rispetto al passato e che finalmente possano essere utilizzate per ottenere ottime sonorita’ naturali e dinamiche.
Lo Zoom G2.1U da il meglio di se in ambito home recording, si collega al Mac (ma anche, per chi purtroppo non si e’ ancora ravveduto, al PC) senza bisogno di driver, nelle preferenze appare come USBCODEC e basta selezionarlo sia come device per l’input che per l’output, la latenza e’ bassissima praticamente inesistente. Per registrare uso Garageband con il quale e’ possibile quando si crea una nuova traccia decidere se lavorare in stereo e o in mono, nel caso sia scelga di registrare una traccia stereo l’acquisizione dell’audio mantiene il posizionamento stereofonico del suono determinato dagli effetti che lo utilizzano (ping pong delay o Chorus per esempio). Il flusso audio generato dal computer (base) viene riprodotto tramite lo zoom e quindi basta collegare una cuffia o degli speaker all’output audio dello zoom per avere il suono della chitarra effettata miscelato con l’audio del computer. Il fatto che il suono venga processato dallo zoom alleggerisce il carico del processore e a differenza di registrare usando degli effetti elaborati via software lo zoom permette di usare proficuamente anche computer vecchi senza problemi (il mio iBook ha quattro anni!!!).
Non entro nel dettaglio di tutti gli effetti, mi soffermo solo sulle caratteristiche principali che ritengo piu’ importanti, per approfondire alla fine della recensione trovate i link ai manuali dove sono descritti tutti gli effetti e i paramentri modificabili.
Gli effetti sono raggruppati in moduli e una serie di effetti puo’ essere concatenata in una patch, le prime 40 A0-D9 sono editabili dall’utente mentre le patches da 00 a 39 sono quelle di default non editabili. Le patches di default a mio avviso sono terribili ed e’ meglio studiarsi un po’ il manuale per poter programmare i propri suoni.
I moduli sono:

COMP | EFX | ZNR | DRIVE | EQ | EQ Ext/Cab-Mic | MOD | DELAY | REVERB

Al momento non ho ancora trovato una buona regolazione per il compressore, del modulo EFX segnalo il phaser e il booster come effetti utili, lo ZNR e’ il mitico Noise reduction della zoom e quindi non serve piu’ di tanto presentarlo.
Il modulo Drive e’ quello che permette maggiormente di caratterizzare i suoni prodotti dal G2, in questo modulo sono racchiuse le “simulazioni” di alcuni amplificatori storici e di alcuni pedali che hanno fatto la storia del Rock. Che siano riproduzioni fedelissima dubito, sono pero’ delle variazioni timbriche che permettono di coprire un po’ tutte le sonorita’. Solitamente uso per i suoni puliti la timbrica (mi sembra piu’ corretto chiamarla cosi’ piuttosto che simulazione) JC ispirata al Roland JC-120 e la timbrica MC descritta come un marshall tra saturo e crunch.

Le timbriche del modulo drive sono create da due algoritmi distinti, uno per la registrazione e il collegamento ad un impianto di amplificazione lineare (PA, AMP per tastiere, etc) e la seconda per il collegamento ad un aplificatore per chitarra. L’uso del primo o del secondo algoritmo e’ gestito dal modulo EQ Ext/ Cab-Mic. Selezionando in questo modulo l’equalizzatore esteso (Eq ext) si vanno ad attivare tre bande aggiuntive che si aggiungono alle tre base del Modulo EQ e che permettono di scolpire ancora meglio il suono per l’amplificazione attraverso un ampli dedicato per chitarra, selezionando invece Cab-Mic si attiva una forma di equalizzazione che simula il passaggio del suono attraverso una cassa e la successiva cattura tramite un microfono. Il tipo di cassa e’ abbinato al tipo di amplificazione in riferimento al modello reale (fender – combo, marshall – stack, etc) non mi e’ chiaro invece che cassa venga usata quando nel modulo drive vengono selezionati gli stomp boxes (provero’ ad approfondire).
Premetto che non ho ancora usato lo zoom G2 collegato ad un ampli per chitarra, quello che ho letto in rete lascia dedurre che non sia il suo utilizzo migliore. Per esperienza diretta posso invece dire che la sonorita’ ottenuta con la simulazione di cassa e microfono e’ assolutamente utilizzabile per registrare e per l’ascolto in cuffia. Forse questo e’ uno dei punti di forza dello Zoom.
Gli effetti di modulazione sono senza infamia e senza lode, accettabili, da segnalare che nel modulo MOD sono contenuti oltre agli effetti di modulazione un Delay ed un Echo con tempo massimo di 2000 ms che possono essere usati insieme agli effetti di ritardo del Modulo Delay vero e proprio (questi hanno un tempo massimo di 5000 ms). I moduli Delay e Reverb fanno quello che ci si aspetta che facciano.
La funzione di tap tempo controllabile con l”apposito tastino e o con uno switch a pedale esterno permette di controllare la velocita’ degli effetti di modulazione e il tempo dei delay.
Alll’inizio e’ necessario ricorrere spesso al manuale per decifrare le sigle un po’ criptiche a due lettere permesse dal piccolo display, con un po’ di pratica pero’ si riesce a gestire la programmazione dellle patches senza grossi problemi e il piccolo display a barre led rosse ripaga della fatica di interpretazione con una estrema facilita’ di lettura al buio o con scarsa illuminazione.
Lo Zoom G2.1U e’ dotato di pedale di espressione assegnabile ai diversi moduli per controllare un parametro dell’effetto selezionato in quel modulo. Rimando al manuale per approfondire le varie configurazioni del pedale di espressione.
Dalla documentazione si dedurrebbe che non e’ possibile impostare e memorizzare un volume master per ciascuna patch ma il volume master possa essere solo impostato uguale per tutte le patches. In realta’ questo non e’ vero, se in modalita’ play si imposta il livello con il terzo potenziomentro (il primo controlla il gain del modulo drive impostato, il secondo il tono) e si preme quindi “Store” il valore di questo potenziomentro verra’ memorizzato come valore del volume master di quella specifica patch.

Devo dire che dopo alcuni mesi d’uso, soddisfatto del G2.1U ho deciso di comprare anche un G2 normale da inserire nella mia pedaliera. Con un formato compatto, poco piu’ grande di un pedale boss, ho un dispositivo che mi permette di avere diversi effetti di modulazione e ritardo, una sorta di amp simulator e un accordatore. Alimentabile (9V-300 mA) tramite l’alimentatore della Boss BCB-60 si integra perfettamente con i pedali analogici. Il G2 in pedaliera di fatto ha impostati solo pochi suoni di base tutti puliti con varie modulazioni e ritardi, la generazione del suono e’ deputata ai pedali che mi permettono con la loro attivazione di passare da un suono saturo (BD-2) ad uno crunch (SD-1) e al distorto spinto (DS-1) passando anche da un overdrive boostato (BD2+SD1). La pedaliera puo’ quindi essere collegata direttamente al PA senza dover utilizzare un ampli per chitarra.
Per concludere, e’ evidente che questi piccoli processori digitali non potranno mai suonare come un vero amplificatore valvolare tirato a manetta, e’ pero’ evidente che la tecnologia digitale sta poco alla volta raggiungendo risultati eccellenti per quanto riguarda la naturalezza della timbrica riprodotta e con costi sempre piu’ bassi hanno iniziato a rivoluzionare il mondo dell’home recording. Parecchie aziende sono attive nella produzione di tecnologie digitali per l’elaborazione del suono e sfornano di continuo novita’ interessantissime, gli anni a venire ci riserveranno delle vere sorprese.

Alcuni links utili:Gruppo di discussione sulla serie G2, con un database di patches condivise tra gli utenti

http://launch.groups.yahoo.com/group/zoomg2/

La storia della Zoom Corp. e dei suoi storici effetti

http://www.zoom.co.jp/english/history/index.php

Link ai manuali in italiano e in inglese del G2.1U e del G2

Fai clic per accedere a I_G21u.pdf

Fai clic per accedere a I_G2.pdf

Fai clic per accedere a E_G21u.pdf

Fai clic per accedere a E_G2.pdf

Se sei arrivato a questa pagina tramite un motore di ricerca e desideri approfondire qualche questione relativa a questo multieffetto contattami pure senza problemi.

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