Chitarre Recensioni

Eko Aire Relic – Una Chitarra con Carattere

Aire Relic, gia’ il nome e’ evocativo. Spesso il valore di un oggetto non e’ dato solo dal costo del materiale, della manodopera impiegata per produrlo e da tutti i costi quantificabili, ma anche da diversi fattori immateriali che in molti casi sono quelli che lo determinano maggiormente. A volte si tratta del fascino di un marchio, a volte la storia di quel prodotto, a volte il fatto di essere legato ad un personaggio particolare. La passione e l’idea che sta dietro alla loro realizzazione e’ quello di cui voglio parlare in merito a queste chitarre. Il sogno creativo, la visione, che porta una persona a voler realizzare un determinato oggetto trasferendogli una sorta di energia che lo rende unico anche rispetto a tanti altri oggetti piu’ o meno simili. E’ per questo secondo me che ci sono degli oggetti che ci attraggono piu’ di altri, perche’ dietro c’e’ qualcosa di intangibile che permea attraverso l’oggetto e stimola il nostro desiderio.

Le chitarre Eko della serie Aire Relic non sono solo delle ottime chitarre economiche. Nascono dalla passione e dall’idea di Massimo Varini, arrivano dopo alcuni anni di collaborazione con Eko, dopo aver rinnovato totalmente il catalogo dell’azienda marchigiana, dopo aver introdotto modelli acustici di successo, finalmente Massimo si e’ dedicato anche alle chitarre Elettriche.

vediamo il suo video di presentazione delle Eko Aire Relic

Credo che la Aire Relic condensi gran parte dell’esperienza fatta da Massimo con le chitarre elettriche nella sua lunga carriera. Ed e’ questa esperienza forse proprio l’energia che e’ riuscito a trasmettere a questi prodotti che traspare da alcuni dettagli che fanno si che una chitarra economica ispirata ad un classico intramontabile diventi unica e inconfondibile. Fonde elementi classici e vintage con aspetti moderni diventando uno connubio perfetto tra tradizione e innovazione.

Il corpo in stile Stratocaster presenta dei miglioramenti nella forma a facilitare l’accesso alla parte alta del manico, la tastiera e’ a 24 tasti e ha un profilo con un ampio raggio di curvatura, un humbucker al ponte con split coil sul potenziometro del tono. Queste caratteristiche la rendono una chitarra maneggevole e versatile che si adatta a diversi generi e che puo’ soddisfare gusti molto diversi.

I legni sono di qualita’, frassino di palude per il corpo e acero canadese per il manico, da spenta e’ molto risonante. il ponte ha 6 sellette vintage style stampate, non le sellette pressofuse che di solito si trovano sulle Squier di pari livello di prezzo, il blocco inerziale e’ pero’ del tipo sottile e in lega leggera, ma questa e’ forse piu’ un’osservazione de nerd che un fattore veramente determinante. Le meccaniche sono di tipo Kluson vintage e sono brunite.
Lo scasso sotto il pickguard e’ di tipo universale (a piscina). Il truss rod si regola alla base del manico con un sistema di regolazione accessibile senza smontare il manico o il battipenna.

Ho comprato prima la dafne blue e mi e’ piaciuta talmente tanto che ho deciso di prendere poi anche la sunburnst, in modo da tenere la dafne blue originale e invece apportare qualche modifica alla sunburnst.

I pickup originali sono un progetto di Roberto Fontanot, hanno un buon output ma mantengono caratteristiche vintage e il tipico twang “stratoso”, ho misurato con il tester i seguenti valori:

Humbucker al ponte: 13.50 kohm
Singolo Centrale: 5.63 kohm
Singolo manico: 5.63

Il manico e’ comodissimo e la chitarra e’ molto leggera, queste caratteristiche la rendono veramente comoda da suonare a lungo dal vivo senza mai affaticare la mano o la schiena suonando in piedi.

I tasti hanno i bordi un po’ sporgenti e affilati, ma niente che una limatina non possa correggere.

La mia sunburst e’ stata personalizzata nel ponte e nei pickups (devo cambiare le mascherine dei single coil con quelle color crema perche’ queste bianche sparano troppo). Ho voluto sostituire il ponte con un PRS SE che si monta “drop in” senza modifiche. Il ponte e’ stettato completamente appoggiato al corpo e il blocco inerziale e’ in ottone. Con 5 molle tirate di fatto e’ quasi un settaggio hard tail.

Onestamente che ci sia una differenza sostanziale con il ponte originale non posso dirlo, un po’ piu’ di sustain sicuramente e magari piu’ armoniche.

Vi rimando a questo video di Massimo Varini in cui prova delle sellette in titanio sulla sua Aire Relic.

Ho montato un set di pickup Keftone, un produttore Cinese quasi artigianale che fa pickup di ottima qualita’. L’humbucker e’ una sorta di JB, mentre i singoli sono tipo SSL-2 i valori misurati sono:

Humbucker al ponte: 15.50 kohm
Singolo Centrale: 6.50 kohm
Singolo manico: 6.20

In questo modo ho un output leggermente piu’ alto rispetto ai pickup originali, perdendo un pelo di twang e guadagnando un po’ piu’ di versatilita’ nel suono.

Devo pero’ ammettere che la cosa che mi piace di meno di queste chitarre e’ la reliccatura. E’ palesemente FINTA e grossolana. In particolare la cosa peggiore e’ la scartavetrata pesante nel retro del manico, non ha proprio senso, non credo che ci sia nulla di naturale che possa produrre un consumo della vernice in questo modo. A livello estetico guardando la chitarra da una distanza “pubblico” magari fa anche effetto, ma a distanza ravvicinata si rivela per quello che e’. Sarebbe bello che queste chitarre fossero disponibili anche in versione non reliccata, come per esempio le S-300 della stessa marca che sono disponibili in versione normale e in versione relic.

Affrontiamo per ultimo l’aspetto piu’ controverso, LA PALETTA. A molti fa ribrezzo, ma e’ la tipica cosa che con poco tempo ad un certo punto si inizia ad apprezzare. E’ vero, e’ strana, 4+2 mecchaniche, la forma, insomma l’occhio ci cade su subito sopra e ti fa venire un po’ da storcere il naso… poi poco alla volta l’occhio si abitua (ci sia abitua a tutto, anche alle infradito) e inizia a piacere. A me adesso piace parecchio. Grazie alla disposizione delle meccaniche le corde passano nel capotasto di fatto dritte senza angoli. Da notare che non vengono usati abbassacorde.

Le Aire Relic sono chitarre economiche, ma l’ottimo lavoro fatto da Roberto Fontanot a stretto contatto con il fornitore cinese ha permesso di contenere i costi mantendo un’ottima qualita’, quindi il prezzo basso le rende ottime chitarre per il principiante ma non solo, anche il chitarrista piu’ avanzato o professionista puo’ trovare in queste chitarre degli ottimi strumenti senza dover prosciugare il conto in banca.

Perche’ Comprare una Aire Relic invece di una Squier o di una Epiphone o di un’altra “copia”?

Perche’ penso che la Aire non sia una copia, e’ chiaramente ispirata ad una Stratocaster e ne incarna gli elementi piu’ significativi pero’ ha una sua personalita’ molto spiccata, ha elementi di originalita’ che possono piacere o meno ma sicuramente ne determinano il carattere e sopratutto come ho detto all’inizio e’ la realizzazione di un sogno creativo di un grande chitarrista che l’ha realizzata grazie ad anni di esperienza e con tutta la passione che di solito mette nelle tante cose che fa.

In listino a poco piu’ di 300 euro sono acquistabili a circa 240-250 euro nei negozi.

1 Comment

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  • bravo Matteo 😀😀 sei sempre in buona compagnia , ottimo Varini e il grande liutaio Fontanot , padre del sistema perlucens .