Chitarre Recensioni

Squier Paranormal Nashville Stratocaster – Recensione

Squier e’ un marchio che da anni va e viene nella mia piccola collezione di chitarre. La prima e’ stata una Jagmaster, ibrido tra Jazzmaster e Jaguar, modello unico come concetto e non presente nel catalogo a marchio fender. Poi ho avuto una Telecaster Classic Vibe Custom 60, bellissima, venduta per errore, mi e’ sempre rimasta nel cuore. Erano anni che meditavo l’acquisto di una nuova Classic Vibe, solo che di tele e strato tipo anni 50 e 60 ne ho già e sarebbe stata una ridondanza inutile, e le offset…. no alla fine non mi piacciono. Qualche settimana fa ecco la bomba, Squier annuncia nuovi modelli nella serie Paranormal e due di questi mi folgorano istantaneamente appena li vedo in foto. Nella serie Paranormal ci sono anche modelli un po’ estremi come forme, magari accattivanti ma un po’ oltre per me che sono comunque molto tradizionalista, e forse questo il motivo per cui non ho mai considerato modelli di questa serie in precedenza. E invece i due che mi folgorano sono di base delle stratocaster… geneticamente modificate. Una e’ l’incrocio tra una stratocaster e una les paul special, e l’altra tra una Stratocaster e una Telecaster. Un attimo ma non hai gia’ comprato una telestrato? Ok la mia Player Plus Nashville, pur avendo tre pickup rimane pur sempre una Telecaster, invece questa e’ una Stratocaster Nashville!!!!!! appero’!!! e quindi l’ho presa.

Di fatto l’ho presa appena e’ diventata disponibile su Strumentimusicali.net, probabilmente sono stato il primo in assoluto 🙂

Quello che mi ha folgorato e’ stato l’insieme delle caratteristiche che la rendono un modello unico, e che diciamocelo chiaramente forse sono anche quelle che agli occhi di altri possono sembrare un’accozzaglia di elementi strato e tele che messi insieme lasciano interdetti.

Partiamo dal body, forma strato double cut, ma senza contour e senza belly cut, gia’ questo basta per distinguersi. Anche le Aerodyne non arrivano a tanta spigolosità. Il colore che ho scelto e’ un bellissimo Chocolate Burnst, impreziosito da un doppio binding bianco aged e battipenna nero a tre strati. Lo schema riprende quello della bellissima Telecaster Jason Isbell e sicuramente fa molto tele custom 60, finalmente torna a casa qualcosa della mia classic vibe venduta anni fa. Il legno del body e’ pioppo che non ha delle venature molto evidenti, la parte visibile sotto la vernice risulta quindi piuttosto uniforme nella colorazione, diciamo che non e’ molto accattivante, sicuramente sobria.

Sono montati tre pickup alnico in configurazione Nashville, ponte e manico tipo telecaster e al centrale un singolo tipo stratocaster. Si indubbiamente trovo la telecaster con tre pickups troppo attraente, il meglio dei due mondi. Mi Chiedo perche’ Fender non abbia prodotto delle tele a tre pickups prima di arrivare alla stratocaster, sarebbe stata la naturale evoluzione. I pickups sono decenti, output intorno a 7 kohm per i pickup manico e ponte e circa 6 per il singolo centrale. Sarei tentato di prendere un set nashville di Tonerider, ma al momento non ritengo sia un upgrade necessario

Il ponte e’ il classico tele a tre sellette, il genio di Leo Fender non poteva produrre niente di piu’ semplice ed efficace, certo molti preferiscono le sei sellette intonabili separatamente ma con un po’ di cura anche questo a tre sellette fa il suo lavoro, e comunque le sellette possono essere sostituite con quelle compensate. Di fatto sara’ una delle modifiche che faro’, il materiale di quello di fabbrica e’ veramente di bassa qualita’, e al di la di questo ha un problema, i fori di passaggio delle corde sono veramente piccoli. Quando ho cambiato le corde, dopo averle infilate dalle boccole sul retro per centrare il foro sul ponte ho penato veramente tanto. Il ponte ha la possibilità di montare le corde top loaded senza passare quindi nel body, a me sembra quasi che la fabbrica che le produce abbia usato dei ponti nati inizialmente solo come top loading e poi forati, ma qualcosa e’ andato storto e i fori sono stati fatti troppo piccoli. Magari e’ una speculazione che lascia il tempo che trova, il risultato finale e’ che comunque c’è un problema qualunque sia la causa.

I Controlli sono un altro elemento interessante in quanto la configurazione e’ invertita, reverse control plate, cioè la disposizione prevede prima il volume, poi il tono e infine il selettore dei pickups. Quest’ultimo e’ appunto a cinque posizioni con tutte le combinazioni strato, alle quali grazie ad un push pull sul tono si aggiunge quella che prevede ponte e manico insieme, la centrale tradizionale della tele, e anche tutti e tre i pickup insieme. Queste sette combinazioni rendono la Nashville una chitarra veramente versatile.

Il manico in acero ha tastiera in Alloro, la mia nello specifico ha una venatura molto particolare, e il colore e’ molto più simile al palissandro del pao ferro. I Tasti sono i narrow tall che sono i miei preferiti, che insieme al raggio di curvatura di 9,5″ fanno si che la tastiera sia molto comoda. Veramente un bel manico!!!

La paletta e’ la classica Strato, capolavoro di perfezione, niente da dire a proposito. Le Meccaniche stile vintage invece sono di pessima qualità, le sostituirò con qualcosa di meglio magari sempre vintage o autobloccanti.

Il mio esemplare e’ arrivato con il truss rod completamente allentato, onestamente la cosa mi ha un po’ deluso e fatto arrabbiare, insomma e’ pur sempre una chitarra da oltre 400 auro, questo no non lo posso accettare, il problema pero’ e’ stato facilmente risolvibile stringendolo un po’.

Non ho ancora guardato i cablaggi ma il jack fa qualche falso contatto e comunque il tutto risulta un po’ rumoroso, la qualità di questo made in China non e’ comparabile con quello della vecchia produzione cinese classic vibe, sinceramente le pecche sono tante, forse troppe, fortunatamente tutte risolvibili, pero’ con un po’ di lavoro e soldi aggiuntivi.

L’Unicità del modello pero’ giustifica la spesa necessaria per trasformarla in una chitarra “seria”, sicuramente cambierò ponte e meccaniche, molto probabilmente faro’ rifare i cablaggi cambiando i potenziometri e il selettore, forse a questo punto i pickups. Si tratta comunque di dover aggiungere circa 150-200 euro ai 449 al prezzo di acquisto, con questi upgrade rimane comunque una cifra ragionevole per una chitarra di carattere.

AGGIORNAMENTO:

Appena tornato dalle ferie, ho fatto le modifiche che avevo anticipato nell’articolo, ho usato parti MusicLily acquistate su amazon. è un brand cinese molto competitivo che commercializza parti per chitarra spesso commercializzate da altre marche a prezzi più alti, le meccaniche vintage sono molto valide e sicuramente un miglioramento rispetto alle pessime montate di fabbrica, ho anche cambiato il ponte con uno “by Wilkinson” e sellette in ottone compensate che sono veramente ottime. Intanto che c’ero ho fatto la schermatura completa degli scassi e cambiato anche il jack di uscita con uno più solido. Con questi semplici upgrades e una spesa limitata la chitarra adesso è veramente affidabile, non dubiterei ad usarla live.

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