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Ibridoma – City of Ruins

Settimo album full lengh della band Metal Marchigiana attiva dal 2001. Inizia ad essere una lunga carriera costellata da una discografia di tutto rispetto, per non parlare delle collaborazioni internazionali che hanno portato la band a calcare palchi importanti aprendo per alcuni mostri sacri del Metal e del Rock in genere. Poter vantare la partecipazione di Paul Di Anno e Blaze Bayley in un proprio Album non e’ certo una referenza da poco. Qualche giorno fa sono stato contattato dal Chitarrista della Band, Marco Vitali, e non solo ho avuto il piacere di conoscere questa band con il loro ultimo album ma Marco mi ha anche raccontato della mega Jam metal che ha organizzato in cui 38 Chitarristi si sono dilettati ad assolare su una backing track composta dallo stesso Marco.

Cosi dallo scambio di email per saperne di piu’ e’ venuta fuori l’idea di fare una breve intervista per lasciare proprio a Marco il compito di raccontarci della sua esperienza con gli Ibridoma e la mega Jam Metal e della sua vita da Chitarrista in generale.

Cominciamo a parlare della tua formazione, hai affrontato diversi generi, studiando jazz, fusion, rock, e chitarra classica. C’e’ un genere che ti rappresenta di piu’ o ti senti a tuo agio in ogni genere che affronti? come cambia il tuo approccio allo strumento in generi diversi?

Nasco “metallaro”, ma a 18 anni ho deciso di fare della musica un mestiere ed ho capito che non potevo suonare solamente un tipo di musica.
Cosi’ mi sono iscritto al conservatorio e negli anni ho studiato anche altri generi.
Oltre ad insegnare ho suonato in orchestre jazz, a matrimoni, in cover band e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

Jazz e Metal, un abbinamento che apparentemente e’ insolito, invece per te sembra essere naturale e ben consolidato (tra l’altro hai fatto una tesi sul grandissimo Franco Cerri), ce ne vuoi parlare?

Mi sono avvicinato al Jazz grazie ai miei maestri Paolo Paglialunga e Gianfranco Continenza.
Poi ho iniziato a scoprire diversi chitarristi fusion piu’ orientati al rock che al jazz. L’album Jazz Metal di Shaun Baxter poi mi ha aperto gli occhi ed ho capito che i due generi possono convivere se non si hanno troppi paraocchi.
La tesi su Franco Cerri me l’ha proposta il mio Professore Universitario Vincenzo Caporaletti ed ho accettato di buon grado.
Ho avuto anche occasione incontrato nella sua scuola a Milano. Una persona davvero molto disponibile ed alla mano.
E’ uno dei chitarristi che hanno fatto la storia della Chitarra jazz in Italia.

Fin da giovanissimo ti sei occupato di didattica, quali sono le cose che cerchi di trasmettere ai tuoi allievi?

Innanzitutto cerco di farli appassionare allo strumento e solo successivamente cerco piano piano di iniziare a lavorare sui concetti teorici e sullo studio tecnico. Poi dipende molto dal livello e dagli obbiettivi di ciascuno.

Hai organizzato tantissime clinics con chitarristi importanti, parlaci di questa esperienza, dal punto di vista organizzativo relazionarti a chitarristi di calibro internazionale cosa ti ha dato personalmente? e come chitarrista?

Credo fermamente che ogni musicista abbia qualcosa da insegnarti. Indipendentemente dallo strumento che suona.
C’è sempre qualche concetto esposto in modo diverso che può’ farti accendere la lampadina.
Organizzare e promuovere un evento pero’ è sempre più’ difficile ed ultimamente ho tirato un poco i remi in barca.
C’è sempre meno interesse e far muovere qualcuno per un evento è diventato davvero complesso.

Parliamo dei tuoi progetti artistici principali: Ibridoma, Concept Project e Antagonism.
Con Ibridoma avete appena pubblicato un album, il settimo, e con questa
band state avendo parecchio riscontro anche a livello internazionale,
raccontaci di questa esperienza
.

Diciamo che gli Ibridoma sono il mio gruppo principale. Gli altri sono progetti oramai solo da studio.
Gli Ibridoma sono attivi dal 2001 ed in sono entrato in formazione nel 2005 circa.
Con loro abbiamo realizzato diversi album e suonato oltre 350 concerti in Italia ed anche in giro per l’Europa accompagnando anche band come: Manowar, Rhapsody of Fire, Balze Bayley e molti altri. Siamo una band molto unita e anche se le difficoltà non sono poche ed il genere trattato (l’heavy metal) e’ sempre più’ di nicchia cerchiamo di darci da fare.

Ci sono parti di chitarra in questo album di cui ti senti particolarmente orgoglioso?

Ogni album che componi credi sempre sia migliore del precedente o forse più’ maturo.
Personalmente credo che in tutti i lavori fatti negli anni ci siano parti interessanti.
Sicuramente nell’ultimo album l’assolo di T.F.U. sul quale ho lavorato parecchio ha quel qualcosa di particolare che lo differenzia dagli altri.
Per le ritmiche invece citerei Angel Of War.

Qual’e’ il tuo punto di vista sulla scena Metal in Italia e in Europa?

In Italia ci sono alcune ottime band ma manca completamente la collaborazione e la scena fatica ad emergere.
C’è molta invidia e si parla male degli altri. Non c’è supporto neanche per le band più’ affermate.
Questo ci penalizza moltissimo. Nel resto d’Europa forse le band si aiutano di più’.

Hai lanciato un’iniziativa interessante che ha portato alla realizzazione della piu’ grande Jam Metal online, raccogliendo ben 38 chitarristi Metal da tutta Italia. Ognuno ha suonato una parte di un lunghissimo assolo sopra una base composta e registrata da te. Sembra quindi che ci sia un ottimo rapporto tra le band Metal italiane. E’ una comunita’ unita?

Colgo l’occasione per ringraziare i ragazzi che mi hanno aiutato in questo progetto: Miki Corsetti ed Edoardo Giunchi per il video e Federico Ferretti del Dark Wave Recording Studio per il mix.
Come dicevo prima la comunità metal non è molto unita. Ho coinvolto soprattutto colleghi, allievi ed amici con cui ho avuto il piacere di collaborare nel corso degli anni. Alcuni conosciuti on the road.
Con loro l’intesa è stata immediata e tutto si e’ svolto con la massima semplicità e velocità. Sfortunatamente il lockdown ha fatto si che alcuni non sono riusciti a partecipare. Dovevamo essere molti di più’ 🙂

Pur essendo un periodo difficile per la musica e il futuro e’ incerto per tutti, quali sono i tuoi progetti?

Sto lavorando al nuovo album in studio con gli ibridoma e parallelamente al mio terzo album solista che dovrebbe vedere la luce il prossimo anno. Nel frattempo a causa di questo ritiro forzato ho rimesso mano a molti brani e video che avevo in sospeso da anni.